È una cosa difficile da accettare.
Io ci ho messo tantissimo.
Ci sono riuscita soltanto quando ho capito che gli errori sono tali solo a posteriori. A cose fatte. Col senno di poi.
Alla luce di informazioni che prima non erano disponibili, o non sufficienti, o non accurate.
Informazioni che ci hanno indotto a prendere decisioni che a volte, a distanza di tempo, si sono rivelate meno felici di quello che speravamo.
Ma quando le abbiamo prese, quelle decisioni, non stavamo sbagliando proprio niente, stavamo prendendo una direzione, che abbiamo cominciato a chiamare errore solo dopo che ha smesso di piacerci.
Non so voi, ma io non conosco nessuno che di propria volontà si dica: “adesso mi metto lì e sbaglio tutto, ora mi infilo in un casino, mi caccio in guai grossi e mi rovino la vita”.
Nessuno può fare errori, tutti prendiamo decisioni.
Se restano buone nel tempo ne andiamo fieri.
Se diventano cattive ce ne pentiamo, e ci incolpiamo, e ci danniamo.
Eppure chi può sapere se un giorno le nostre decisioni di oggi ci faranno dire “sono stato un vero genio” oppure “sono stato proprio un coglione”?
Tanto tempo fa, per dire, io ho deciso di essere childfree.
Oggi, chissà, se la vita avesse preso un’altra piega, potrei sentirmi childless, e potrei scoppiare a piangere davanti a ogni passeggino.
Invece, davanti ai passeggini, continuo a tirare sospiri di sollievo e a percepire fremiti di libertà.
E allora?
Ottima scelta?
Errore madornale?
Chi poteva dirlo all’inizio, senza la sfera di cristallo?
Photo by Brands People on Unsplash.